Ghiacciaio del Barbadorso di Dentro Toponimi: Innere Barenbartferner; Gruppo Montuoso: Alpi Venoste Numero ghiacciaio: CGI-778 (I4L00112908) Bacino idrografico: Barba d'Orso, Carlino, Adige Coordinate UTM: 32TPS 3100 8600 Tipo: Ghiacciaio vallivo, bacino semplice Esposizione Prevalente: Nord Ritiro ultimo anno: -20m Ritiro dal 2004: -335m Note: Apparato molto frammentato che scende verso nord dalla Palla Bianca nella testata della Vallelunga. Davanti alla fronte si nota il complesso morenico formatosi al culmine della breve fase di avanzata terminata verso la metà degli anni ‘80
Prosegue la riduzione della massa complessiva, soprattutto nello spessore, nonostante un leggero strato di neve recente; il ghiacciaio, tuttavia, arretra mantenendo la sua individualità e la morfologia nota, giovandosi probabilmente dell'esposizione nord. Utilizzata la stazione fotografica individuata in dx idrografica, a 2720m sul filo della morena storica ottocentesca. Nulla l’ablazione all'atto del rilievo, visibili i solchi dei ruscelli estivi nel settore morenico sottostante il ghiacciaio.
2013
(Operatori: Scaltriti A.)
Si segnala la superficiale presenza di neve recente; prosegue la riduzione della massa complessiva; il ghiacciaio, tuttavia, arretra mantenendo la sua individualità e la morfologia nota, giovandosi probabilmente dell'esposizione Nord. La fronte dell'apparato, però, mostra una crescente tendenza a suddividersi in due lobi, separati da una emergente morena mediana. Si è ridotta, nel tempo, la sezione di ghiaccio fossile in dx idrografica a fianco della fronte, relitto della più potente lingua degli anni '80, che ha dato origine ad un laghetto epiglaciale. Nulla l' ablazione all'atto del rilievo, visibili i solchi dei ruscelli estivi nel settore morenico sottostante il ghiacciaio.
2012
(Operatori: Scaltriti A.)
Il ghiacciaio si mostra smagrito, soprattutto ai lati, pur mantenendo la sua individualità e la morfologia nota, giovandosi probabilmente dell'esposizione Nord. La fronte dell'apparato, tuttavia, mostra una crescente tendenza a suddividersi in due lobi, separati da una emergente morena mediana. Notata una sezione di ghiaccio fossile in dx idrografica a fianco della fronte, relitto della più potente lingua degli anni '80, che ha dato origine ad un laghetto epiglaciale. Lieve ablazione in corso all'atto del rilievo, visibili i solchi dei ruscelli estivi nel settore morenico sottostante.
2011
(Operatori: Scaltriti A.)
Nonostante un leggero strato di neve fresca, il ghiacciaio si mostra in generale smagrito, soprattutto ai lati. La fronte mostra una crescente tendenza a suddividersi in 2 lobi, separati da una emergente morena mediana. Sulla sinistra idrografica, a fianco della fronte, si nota una sezione di ghiaccio fossile, relitto della più potente lingua degli anni 80.
2010
(Operatori: Scaltriti A.)
Il ghiacciaio si presenta in generale smagrito, soprattutto ai lati, pur mantenendo la sua morfologia di base, anche se numerosi bedieres sulla fronte indicano una copiosa perdita di massa. Si notano neve vecchia oltre i 3000 m. e una sezione di ghiaccio fossile sulla destra idrografica, relitto della più imponente lingua degli anni ’80.
2009
(Operatori: Scaltriti A.)
La presenza di neve fresca non cela la reale condizione del ghiacciaio: in evidente arretramento soprattutto nell’ area di ablazione e molto crepacciato nel bacino di accumulo. Notevole la corrivazione idrica su tutta la zona proglaciale, segno di una copiosa perdita di massa.
2008
(Operatori: Scaltriti A.)
Altre immagini
2009
2005
2007
2004
Prosegue la riduzione della massa complessiva, soprattutto nello spessore; la lingua ablatrice è arretrata tanto da perdere la sua classica forma allungata fino a scomparire: ora rimane il precedente bacino collettore. Superficiale presenza di neve recente di ordine centimetrico. Debole l’ ablazione all'atto del rilievo, visibili profondi solchi dei ruscelli estivi nel settore morenico sottostante il ghiacciaio, indice della forte ablazione trascorsa.
2016
(Operatori: Scaltriti A.)
Il giorno del sopralluogo era presente una modesta copertura di neve recente, di ordine centimetrico. Prosegue la riduzione della massa complessiva, soprattutto nello spessore; la lingua ablatrice mostrava un ulteriore assottigliamento ed un sensibile arretramento, anche se non valutato quantitativamente. Possibile la presenza di ghiaccio morto sotto l’abbondante detrito morenico in zona frontale. In aumento anche l’estensione di alcuni affioramenti rocciosi lungo una fascia altimetrica trasversale al di sopra del settore inferiore. A causa delle condizioni meteoclimatiche della passata stagione estiva, era in atto una intensa ablazione, con relative consistenti portate nei torrenti glaciali e con intensi fenomeni erosivi sul fondo morenico.
2018
(Operatori: Scaltriti A.)
Superficiale presenza di neve recente di ordine centimetrico; neve vecchia residua poco presente se non alla base dei punti più ripidi dell’apparato; prosegue la riduzione della massa complessiva, soprattutto nello spessore. La lingua continua ad assottigliarsi e ad arretrare verso il bacino collettore, trovandosi attualmente in una zona concava. In zono frontale pareva considerevolmente aumentata la copertura detritica con accentuazione delle due morene mediane. Il giorno del sopralluogo l’ablazione si presentava molto ridotta. In totale sono stati contati cinque torrenti glaciali
2019
(Operatori: Scaltriti A.)
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2020
Il ghiacciaio continua a trovarsi in una fase di continuo generale ritiro rilevabile soprattutto dalla riduzione dello spessore della massa messa in evidenza dall’affioramento di nuove finestre rocciose e dal continuo assottigliamento del settore frontale della lingua ablatrice. La fronte è arretrata di 47 metri dal 2019 (23,5 m/anno) con il limite inferiore del ghiaccio valutato attorno alla quota di circa 2.780 m. Interessante e spettacolare l’area proglaciale di recente liberata con il materiale morenico con particolari morfologie di rimodellamento, sotto al quale potrebbe non essere esclusa la presenza di ghiaccio morto. Il giorno del sopralluogo era presente un leggero strato di neve fresca oltre i 3000 m. di quota che non ha impedito di valutare il limite della neve vecchia ad una quota superiore ai 3.100 m. di quota. Sono stati osservati anche nuovi accumuli di modeste frane provenienti dalla sovrastante parete rocciosa di destra orografica. Consistente l’ablazione all'atto del rilievo rilevabile dalla portata dei due principali torrenti glaciali.
2021
(Operatori: Scaltriti A.)
Presenza di neve recente di ordine pluricentimetrico oltre i 2500 m., circa 20 cm leggermente ventati oltre i 2700 m; neve vecchia residua assente; prosegue la riduzione della massa complessiva, soprattutto nello spessore; si ingrandiscono e aumentano le finestre rocciose; la lingua ablatrice continua ad assottigliarsi e ad arretrare verso il bacino collettore, dal quale si distingue per il limitato spessore; la porzione frontale pare rialzata dal fondo roccioso. Assente la ablazione all'atto del rilievo. In zona proglaciale si sono formati profondi fossati assenti nel passato, scavati dai torrenti ablatori per l’intensissima ablazione avvenuta. Regresso forte
2022
(Operatori: Scaltriti A.)